DISCOTECA CLASSICA
BIS CELEBRI
[LP: EMI - La voce del padrone, stereo 053/17973]
Lato Uno
1) - Chopin
Polacca in la bemolle maggiore, Op.53 "Eroica"
2) - Schumann
Slancio, Op.12 N.2
3) - Rachmaninov
Preludio, Op.23 N.5
4) - Debussy
Fuochi d'artificio
Lato Due
1) - Liszt
Rapsodia Ungherese N.6
2) - De Falla
Danza rituale del fuoco
3) - Granados
Danza spagnola N.5 "Andaluza"
4) - Vitalini
Scherzo 1955
Sergio Calligaris, pianoforte
Tecnico della rigistrazione: Ulderico Merluzzi
Registrazione Radio Vaticana
In realtà i brani contenuti in questo disco non si possono, a ragion veduta,
considerare dei "bis" veri e propri: le dimensioni dei singoli brani sono tali
da escludere che un pianista, dopo un intero recital, possa sobbarcarsi ancora
l'esecuzione di uno degli otto brani qui eseguiti da Sergio Calligaris.
Il titolo, in compenso, sta ad indicare una caratteristica comune ad ognuno di essi,
quella della popolarità e, per la verità, anche il brano che il pianista esegue "a
richiesta" dopo un concerto deve avere la stessa presa sul pubblico, soprattutto
grazie alla sua popolarità.
La Polacca "Eroica", con la quale si apre questo disco, scritta nel 1843, è
sempre stata interpretata come una armata di soldati che marciano alla liberazione della
Polonia. Si tratta, molto più semplicemente, di una "opera d'arte", insistendo
sulla parola "opera" intesa nel senso di lavoro, di realizzazione, di lucida
messa in forma di un'ispirazione di base che, senza un tale lavoro di elaborazione, non
avrebbe che la consistenza e il valore di un sospiro.
Lo Slancio di Schumann è il secondo brano dei Pezzi fantastici, una
raccolta di otto brevi composizioni pianistiche scritte nel 1837 con intenti decisamente
autobiografici: Schumann era impegnato all'epoca a conquistare Clara Wieck e soprattutto
ad ottenere dal padre della ragazza il consenso alle nozze.
Preludio N.5 in sol minore, Op.23, "Alla Marcia". Questo è il titolo completo
del Preludio di Rachmaninov appartenente a una serie di dieci scritti dal compositore
russo nel 1901. Il N.5, uno dei più popolari dopo il celebre Preludio in do diesis
minore, impressiona soprattutto per quella sezione centrale, di sapore orientale, che
ricorda leggermente "Nelle steppe dell'Asia centrale" di Borodin.
Il brano dal titolo Fuochi d'artificio di Debussy appartiene al secondo libro dei
suoi Preludi, una raccolta di dodici composizioni create dal musicista francese dal 1910
al 1913. Fuoco d'artificio è tutto virtuosismo scoppiettante, esteriormente
allegro, scintillante di gioia popolare. Ma, improvvisamente si ascoltano le note della
Marsigliese e dal quel momento dal pezzo emerge la malinconia tipica dei finali di festa.
Il termine Rapsodia, che oggi sta a indicare una fantasia strumentale su temi generalmente
folcloristici, è stato portato alla massima diffusione da Franz Liszt con le sue Rapsodie
ungheresi, la sesta delle quali, in Re bemolle maggiore, è contenuta in questo disco. In
complesso le venti Rapsodie ungheresi occuparono Liszt dal 1851 al 1886 con parecchie
interruzioni; la prima serie era formata di quindici pezzi e la seconda di cinque. Liszt
mantenne il carattere ungherese alle sue rapsodie servendosi delle due forme di danza
tipiche: il lento e malinconico Lassù e la vivace e appassionata Friska. Ed
è proprio quest'ultima che dà un tono di virtuosismo a tutta la Rapsodia N.6.
La Danza rituale del fuoco di De Falla è il brano più noto del grande balletto L'Amore
stregone composto dal musicista spagnolo per la ballerina gitana Pastora Imperio e
messo in scena per la prima volta nel 1915. In seguito De Falla stesso trascrisse per
pianoforte la pagina orchestrale della Danza del fuoco mantenendo però lo stesso
sinistro e cupo colore e il carattere andaluso della musica.
Le Dodici Danze spagnole di Granados sono l'opera di un musicista di grande razza.
Composte nel 1893, la maggior parte portano anche un sottotitolo; la quinta, che oggi
risulta la più popolare, è intitolata Andalusa e il tempo è indicato Andantino,
quasi allegretto; essa oppone in modo tutto particolare le tonalità minore e maggiore
in un ambiente orientale che l'accompagnamento tipicamente andaluso di chitarre rende
ancora più sensibile.
Ultimo brano del disco è lo Scherzo 1955 di Alberico Vitalini, l'attuale direttore
dei servizi musicali della Radio Vaticana. Un pezzo in cui l'autore, oltre alla cura
minuziosa del virtuosismo, riesce ad infondervi un profondo afflato lirico.
Testo della EMI Italiana S.p.A.