Patrizia Valente
Il Quaderno Pianistico di Renzo Op.7:
Aspetti metodologico-didattici
di un'opera del Novecento musicale italiano
Introduzione
Insegnare ad imparare è forse il compito più importante per un docente. Sono convinta
che lo spirito giusto per guidare lo studente nel cammino di conoscenza, contatto e presa
di possesso dello strumento, debba essere il più possibile vicino a quello di un
intrattenitore. Lallievo ed il pianoforte sono i protagonisti
dellevento ludico e la musica, con le sue mille regole, rappresenta il
materiale al quale attingere per giocare, per apprendere, per comunicare senza
parole le emozioni secondo un percorso circolare, un dialogo sonoro che sinstaura
tra le parti in gioco. E questo lapproccio necessario per ritrovare e
trasmettere il piacere di far musica, per alimentare e promuovere nellallievo
lidentità musicale consentendogli di raggiungere quello stato di benessere che
scaturisce dalla sensazione di essere nel posto giusto al momento giusto.
Proprio in questo sta la gratificazione dellinsegnante di strumento, nella
convinzione di poter in qualche modo migliorare la qualità della vita di chi ha intorno.
Muovendo da questa esigenza interiore, linsegnante opererà una scelta di repertorio
che reputerà più adatto e più funzionale al raggiungimento di obiettivi non meramente
musicali, ma con unampia valenza pedagogica quali lo sviluppo armonioso della
persona.
Obiettivo della mia tesi è illustrare lopera Il Quaderno Pianistico di Renzo
op. 7 e dimostrare come possa essere efficacemente inserita in una programmazione
didattica per il suo alto valore metodologico ed il suo carattere innovativo.
La tesi si articola in tre capitoli. Nel primo, dopo aver tracciato un quadro generale
riguardante il panorama musicale della seconda metà del Novecento e le più importanti
correnti che lo hanno caratterizzato, procedo a presentare le figure più significative
che hanno contribuito allo sviluppo dellavanguardia musicale in Italia come Bruno
Maderna, Luigi Nono, Franco Mannino e Luciano Berio.
Nel secondo capitolo traccio il profilo di uno dei compositori viventi italiani più
apprezzati dellintero panorama musicale internazionale, Sergio Calligaris, fornendo
delle informazioni riguardo la sua vasta esperienza di concertista, didatta ed autore, e
lo stile del suo linguaggio fortemente comunicativo che si esplica attraverso una
scrittura pianistica che sfrutta appieno le possibilità dinamiche e timbriche del
pianoforte.
Nel terzo capitolo illustro lopera pianistica del Maestro Calligaris, composta da
dieci brani (Preludio, Valzer, Elegia, Barcarola, Carillon, Acquario, Ritmico e
ostinato, Gavotte fantastica, Notturno, Finale). Chiarisco inoltre come loggetto
della mia scelta possa rappresentare a parer mio un esempio di proposta metodologica,
utile a sviluppare un percorso psicologico e tecnico di acquisizione del suonare il
pianoforte nella sua complessità, al di là di quelle che in genere si considerano
le doti naturali o la cosiddetta predisposizione personale verso uno strumento musicale.
Ho creduto opportuno perciò effettuare una scelta di brani, nella rosa dei dieci che
compongono lopera, idonei per la programmazione delle classi prima seconda
terza media, in quanto alcuni pezzi presentano evidenti difficoltà tecniche ed
espressive che non possono assolutamente essere affrontate dagli allievi durante i primi
anni della loro formazione pianistica. Mi sono soffermata poi ad esaminare le difficoltà
tecniche ed interpretative che presentano i suddetti brani, e ad esporre le soluzioni
necessarie al loro superamento attraverso lanalisi del pensiero dellautore.
Infine ho tentato di dimostrare limportanza di uno stile eloquente, quale è quello
di Sergio Calligaris, ai fini dellacquisizione di un tocco pianistico equilibrato,
raggiunto attraverso uno studio razionale del rapporto che intercorre tra gestualità e
suono, capace di offrire allinterprete un efficace mezzo di trasmissione delle
proprie intuizioni interpretative favorendo lo sviluppo della creatività.