SERGIO CALLIGARIS
al Pianoforte
[LP: Libreria Editrice Vaticana, stereo LEV 004]
LATO A
CHOPIN:
Improvviso, in sol bemolle magg., Op.51 (6'00")
Improvviso, in fa diesis magg., Op.36 (6'51")
Valse brillante, in la bemolle magg., Op.34 N.1 (5'37")
Notturno, in mi bemolle magg., Op.9 N.2 (5'15")
LATO B
CHOPIN:
Studio, in do minore, Op.10 N.12 "La caduta di Varsavia" (2'48")
RACHMANINOV:
Preludio, in do diesis minore, Op.3 N.2 "Delle campane" (4'50")
VITALINI:
Fantasia 1949, per pianoforte e orchestra (12'49")
Orchestra Sinfonica diretta da Alberico Vitalini
Tecnico della rigistrazione: Ulderico Merluzzi
Registrazione Radio Vaticana
Concerto offerto dalla Radio Vaticana all'Union Européenne de
Radiodiffusion - UER
Enti che hanno richiesto il concerto:
British Broadcasting Corporation (BBC); Bayerischer Rundfunk; Emissora Nacional de
Radiodifusao (Portogallo); K.F.A.C. (Los Angeles); Canadian Broadcasting Corporation;
Radio Nacional de España; Korea Broadcasting System; Broadcasting Corporation of New
Zealand; Turkiye Radyo Televizyon; Australia Broadcasting Commission; Radiotelevizija
Ljubljana; Cleveland's Fine Arts Station (Ohio); Telemalata Corporation; Rádio
Ministério de Educaçao e Cultura (Rio de Janeiro); RAI Radiotelevisione Italiana.
Questo disco si apre con Fryderyk Chopin (1810-1849), l'autore polacco al quale la
letteratura pianistica deve il suo vero, nuovo linguaggio, tecnicamente rivoluzionario e
fuori dei pudori di cui furono capaci - è necessario precisarlo - Haydn, Mozart,
Beethoven, Schubert. Con ciò guardiamoci però dal dire "spudorato" a Chopin,
che si confessa qui in tutto il suo candore romantico sin dagli Improvvisi in sol
bemolle maggiore op.51 (1843) e in fa diesis maggiore op.36 (1839). Sono i
lavori centrali dei quattro Improvvisi chopiniani, nei quali, nonostante il
prevalere della modalità maggiore, sentiamo struggente quella tipica malinconia
dell'artista così esemplarmente tramandataci dal celebre ritratto a firma di Delacroix,
messo a punto nei momenti più tragici della malattia del maestro, colpito dalla
tubercolosi che lo condannerà alla tomba a soli 39 anni.
Sempre di Chopin ascoltiamo poi il Valzer brillante in la bemolle maggiore op.34 n.1,
scritto nel 1839, dieci anni dopo la visita del compositore a Vienna, dove s'era imbattuto
nei Valzer di Johann Strauss padre. Il maestro s'era invaghito dei frizzanti
"passi" e pensò lui stessi di dare una mano, almeno per un po', nell'invogliare
la gente di salotto alla danza.
Seguono il Notturno in mi bemolle maggiore op.9 n.2 (1831), pagina tra le più
dolci e popolari del musicista, e lo Studio in do minore op.10 n.12, noto come La
caduta di Varsavia perché concepito come reazione al fallimento della rivolta
nazionale polacca dell'8 settembre 1831.
Sergio Calligaris passa quindi al Preludio in do diesis minore op.3 n.2 di Serghei
Rachmaninov (1873-1943). Si tratta di un brano in cui la baldanza della tastiera si sposa
generosamente con le calde emotività del maestro russo.
Il 33 giri si completa con dodici minuti abbondanti di sano pianismo nel nome
prestigioso di Alberico Vitalini (1921). Qui, nelle intenzioni espressive di attacco, pare
di ascoltare il filone poetico dell'abate Liszt, sin troppo dimenticato e snobbato dalle
nuovissime generazioni. Si tratta di una Fantasia che non a caso s'intitola
"romantica", scritta per pianoforte e orchestra nel 1949 e che potremmo definire
"del sorriso", "del canto", "dell'amore", "del
dolore", "della vita", "della speranza": sentimenti ed emozioni,
tuttavia, senza limiti squisitamente "romantici", nel senso che appartengono
all'uomo di ieri, di oggi, di sempre.
LUIGI FAIT