Patrizia
Valente
Il Quaderno Pianistico di Renzo Op.7:
Aspetti metodologico-didattici
di un'opera del Novecento musicale italiano
2. SERGIO CALLIGARIS: COMPOSITORE DEL SUO TEMPO CLASSICAMENTE ELEGANTE
2.1. La carriera
Sergio Calligaris, pianista e compositore
argentino, nasce a Rosario nel 1941 da padre friulano, ingegnere e musicista dilettante
(suonava benissimo il pianoforte, il violino e la chitarra classica) e madre torinese;
dopo aver vissuto a lungo negli Stati Uniti, solo nel 1974 si stabilisce in Italia
ottenendone la cittadinanza(1).
La sua formazione artistica si compie sotto la guida di illustri maestri come Jorge
Fanelli, Arthur Loesser, Adele Marcus, Nikita Magaloff, Guido Agosti, ed il suo primo
vero debutto come compositore avviene nel 1951 presso il teatro della sua città natale,
alletà di dieci anni, con la presentazione di un balletto per pianoforte ed
orchestra intitolato lEterna lotta, la lotta tra il bene ed il
male. A dodici anni esegue pagine molto ardue, da Rachmaninov a Musorgskij; a tredici anni
debutta come pianista con la "Sonata op. 26 in la bemolle maggiore di
Beethoven ed opere di Chopin; a quattordici viene acclamato dal pubblico argentino accorso
ad ascoltarlo al Colon di Buenos Aires; a quindici anni ha lonore di effettuare la
prima esecuzione sudamericana della Toccata per pianoforte ed orchestra
di Ottorino Respighi, sotto la direzione di Simon Blech, il delfino del grande direttore
Hermann Scherchen; a sedici si diploma in composizione. Prosegue per venticinque anni
consecutivi il suo felice percorso da concertista, e la sua affermazione in campo
internazionale avviene durante gli anni 1967-69 con un eccellente debutto alla Brahmssaal
del Musikverein di Vienna, seguito dal pieno successo alla Konzertsaal Bundesallee di
Berlino; alla Società del Quartetto di Roma; allIstituto de Cultura Hispànica di
Madrid. Per diverso tempo egli si dedica al concertismo solistico riscuotendo ampi
consensi ed acclamazioni nelle sale più prestigiose di tutto il mondo, fra cui : la Schönberg
Hall della University of California di Los Angeles; la Kulas Hall del Cleveland
Institute of Music; la RAI Radiotelevisione Italiana; lAuditorium
dellAccademia di Santa Cecilia in Roma; il Main Theatre di Manila.
Non possiamo certamente dimenticare i suoi concerti registrati dalla Radio Vaticana per
lU.E.R. (Unione Europea di Radiodiffusione) e trasmessi dalla BBC (British
Broadcasting Corporation), dalla Bayerischer Rundfunk, dalla Radio della Suisse Romande,
ed ancora le registrazioni realizzate negli Stati Uniti per la Orion Records di Los
Angeles, patrocinate dalla Yehudi Menuhin Foundation.
La sua attività compositiva, come è stato già detto, inizia durante la prima
giovinezza, ma per diverso tempo la carriera di solista lo assorbe completamente e lo
strumento diventa così una sorta di via di fuga come egli stesso asserisce:
«[
] La mia è stata una protesta contro la così detta avanguardia imperante. A
un certo punto non mi riconoscevo più nel ruolo di compositore, perché il compositore
stava diventando qualcosa che non capivo, ma soprattutto non condividevo. E quel che è
peggio, è che tutto ciò rappresentava la tendenza principale. A quel punto mi sono
rifiutato di continuare a comporre e mi sono dedicato allattività concertistica. La
preparazione tecnica non mi mancava e ho avuto la possibilità di esibirmi in tutto il
mondo(2) [
]».
Così, solo qualche anno dopo il suo ritorno in Italia, nel 1978, riprende la attività di
compositore, con un brano dedicato ad un amico italiano, Il Quaderno pianistico
di Renzo op.7, che in pochi anni otterrà lapprezzamento del pubblico e
della critica internazionale più illustre, felice esito a cui saranno destinate anche le
opere successive.
Le sue composizioni sono state eseguite con grande successo in festivals italiani ed
internazionali indetti dalla RAI e da Istituzioni Sinfoniche prestigiose quali
lAccademia di Santa Cecilia di Roma, lIsrael Philharmonic Orchestra Hall, la
Juilliard School of Music di New York.
Nel 1966 è stato insignito dellambito Diploma di Artista dal Cleveland
Institute of Music dove, come membro della Facoltà di Pianoforte, ricopre la carica
di Docente di Pianoforte Principale, incarico conferitogli anche dalla California State
University nel 1969. La sua attività didattica prosegue in Italia dal 1974 presso il
Conservatorio di Musica S. Pietro a Maiella di Napoli, il Luisa
DAnnunzio di Pescara ed lAlfredo Casella de LAquila.
Nel 1973 diventa direttore artistico dellAmerican Academy of Arts in Europe, con
sede a Verona.
Nel 2004 gli viene conferita dalla International Biographical Centre di Cambridge
la nomina di Musicista Internazionale dellAnno 2004, in considerazione
del suo significativo apporto allarte pianistica ed alla composizione contemporanea;
un prestigioso titolo, rigorosamente concesso solamente a personalità che si distinguono
nella comunità musicale internazionale grazie alla propria autorevolezza ed allo spessore
delle proprie realizzazioni artistiche.
Sergio Calligaris, raffinato interprete, è senza dubbio anche uno dei compositori
contemporanei più eseguiti nel mondo. Vogliamo ricordare che la sua biografia è stata
inclusa nel Dizionario Biografico dei Musicisti Baker, nellEdizione del 1971 (G.
Shirmer, New York), a cura di Nicolas Slonimsky, un onore che viene conferito a pochissimi
musicisti viventi.
2.2. Lo stile neoclassico
La formazione compositiva(3) dellartista argentino ha inizio nel 1950 quando,
alletà di soli nove anni, il giovane intraprende gli studi di composizione sotto la
guida di Padre Luis Machado, eccellente musicista della scuola di Hindemith che
prediligeva una scrittura estremamente rigorosa, contrappuntistica, che faceva largo uso
dellarmonia per quarte eccedenti o giuste, ma non diminuite.
Determinati aspetti di ascendenza hindemithiana li troviamo facilmente nelle opere
maggiori di Calligaris, quali il Concerto per pianoforte ed orchestra op. 29
e le Danze Sinfoniche op. 27, nelle quali assume particolare risalto
una singolare strutturazione rigorosissima, caratterizzata anche da effetti di eco e di
risoluzione per moto retrogrado di determinati spunti tematici.
Egli si colloca nella traccia di un tonalismo modernamente inteso, sensibile alle
combinazioni politonali.
La sua musica(4) è basata sulla complessità armonica e nelle sue opere, alcuni momenti
sono vicino alla tonalità, altri esprimono un andamento atonale che allascolto
potrebbe sembrare tonale. Ciò accade perché gli elementi atonali vengono usati in modo
tale che ascoltandoli sembrano consequenziali in ogni nota; un singolare effetto che nasce
da una forte conoscenza tecnica. Dalle sue opere traspare un forte bisogno della forma,
dello schema, dei contrasti e di un equilibrio architettonico tra masse di diverso
carattere. Calligaris crede fermamente nella simmetria perché, come egli stesso afferma:
«[
] non c'è forma senza ritorno di qualcosa che c'è stato prima, in modo che
non ci si dimentichi di ciò che si è sentito. Anche i ritornelli non sono una cosa
accademica, ma logica. Per fare un finale più libero, quasi a fantasia, ho dovuto essere
più rigoroso prima. La continua libertà si trasforma in anarchia, e io non amo
l'anarchia, almeno in musica. Amo riutilizzare le forme acquisite: il Quodlibet, il
contrappunto, un'armonia che sembri tonale deve esserlo, altrimenti stanca. Deve esserci
il senso di tensione e distensione. Stimo Roussel, ma talvolta è un poco amorfo
armonicamente, perché non risolve mai, come una fisarmonica. Allora mi stanco perché non
mi emoziona, non arrivo a un punto culminante o di rilassamento, sia pure dissonante.
Diventa una landa deserta, sempre uguale, nasce assuefazione. Da quando analizzavo con il
mio maestro il Primo Corale di Franck, ho amato la bellezza dell'armonia, degli accordi,
non importa quanto siano alterati. In un altro punto concordo con Rachmaninov, la melodia
deve essere bella e riconoscibile, sennò è un fallimento(5) [
]».
Nelle sue musiche si evidenzia il doppio aspetto ditirambico-elegiaco che riflette
lindole ottimista, allegra, ma anche raramente malinconica dellautore. La
malinconia è da lui considerata «il paesaggio dellignoto»(6),
allinterno del quale egli non vive, ma che a volte ha necessità di fermarsi ad
osservare; infatti le sue composizioni prevedono quasi sempre lutilizzo di tonalità
e di ritmi incalzanti, testimonianza del suo modo di essere.
Come compositore , egli utilizza con grande efficacia reminiscenze dello stile romantico e
post-romantico con un linguaggio assolutamente contemporaneo(7). Calligaris non ama
definirsi un autore neoromantico, semmai un neoclassico, abile a creare delle forme
contrappuntistiche che si rifanno al più rigoroso Bach, filtrato però dalla scuola
compositiva alla quale si sente di appartenere : musica di spessore che nulla concede
alleffetto.
«[
] ciò che conta veramente è l'emozione, è questo che la musica comunica; il
lavoro che c'è dietro è importante, è fondamentale, certo, ma non è per questo che la
musica deve essere goduta e apprezzata. Conosco molti musicisti giovani che scrivono
musica molto diversa dalla mia, ho un ottimo rapporto con loro, ma io scrivo in un altro
modo. E d'altronde, non c'è nulla di più gratificante che vedere il pubblico che
apprezza ciò che hai fatto, che applaude e si entusiasma. Questo ti convince a
continuare(8) [
]».
Accanto a Beethoven, nella poetica(9) di Calligaris occupa un posto fondamentale Brahms al
quale egli rivolge tutta la sua ammirazione, perché lo reputa capace di lavorare sui temi
fino a scinderli in microstrutture germinali da cui ricavare quella progressiva
ricomposizione dellequilibrio tra intelletto e sentimento in cui la sua musica
consiste.
Schumann rimane però un modello di compositore ideale per Calligaris, quello che egli ama
in assoluto, perché nelle sue opere ritrova le screziature delle voci interne,
limprovviso impennarsi dellinvenzione sulla granitica saldezza
dellintreccio tematico e il riformulare sempre in modo originale il problema del
ritmo, senza il quale non si dà la forma. Così si esprime Calligaris:
«[
] Io penso che la musica evochi sempre qualche cosa. La musica deve avere
qualcosa che non sia soltanto astratto. Del resto anche nella musica più astratta nel
subconscio c'è sempre qualcosa in rapporto ad una situazione o ad un sentimento(10)
[
]».
2.3. La tecnica pianistica della forza controllata
Il profilo artistico di
Sergio Calligaris è segnato da una tecnica(11) pianistica che sbalordisce e lascia
ammirati non soltanto per la bellezza, limpidezza e purezza del suono, sempre
calibratissimo e studiato fin nelle più intime sfumature espressive, ma anche visivamente
impressionante per lassoluta indipendenza delle singole dita arcuate ad uncino in
mani per così dire armate con una potenza di scatto, una precisione di tocco
e un controllo infinitesimale che rivelano uninnata dote personale perfezionata da
un solidissimo studio daltri tempi fin nei minimi dettagli tecnici ed
interpretativi.
Egli riesce a domare il pianoforte attraverso la profonda e lenta azione dei tasti,
facendone uno strumento fuori dalla portata di tanti altri valorosi pianisti.
Jorge Fanelli, uno dei suoi più illustri insegnanti di pianoforte, di scuola napoletana,
molto legata a quella di Longo, gli trasmette la tecnica della totale autonomia delle dita
rispetto al polso ed allavambraccio; impostazione utile per lo sfruttamento del peso
e non solo per il movimento delle dita,
«[
] non un peso che cade morto, ma distribuito da una mano armata
preventivamente, che scatta ad artiglio. Le sonorità sono date dalla velocità di
attacco, non dal peso(12) [
]».
«[
] Il polso bloccato senza movimento articolare, con la rilassatezza della
parte trapezoidale dei muscoli e la fissità del diaframma. La cupola della mano è
robustissima, d'acciaio, da vero scaricatore di porto. È una morsa da presa che si
avvicina ai tasti. Questo consente una grande velocità perché la mano è talmente
tonificata muscolarmente con esercizi molto impegnativi e quotidiani che la tecnica di
esecuzione diventa molto scattante(13) [
]».
Apprende da Arthur Loesser, pianista proveniente dalla scuola di Leschetizky(14) e di
Stokowski(15) , anche una tecnica, se così si può dire digitale, che fa del pianista un
atleta: polso molto basso, dita molto ricurve con una vasta articolazione, quasi
clavicembalistica; uso del pedale, con un cambio frequente, tale da sembrare che non venga
usato; unattenzione estrema ad ogni nota che deve essere pesata e perciò
pensata, come se suonando si avesse lillusione di cantare.
In merito a questa ultima affermazione, Calligaris precisa:
«[
] bisogna escogitare la durata ed il volume, la dinamica di ogni nota, il tipo
di attacco; e dopo si può dire di aver creato un legato perfetto che sembra cantato anche
coi comportamenti di voce(16) [
]».
Egli parla perciò di un movimento al rallentatore, ma sino in fondo al tasto, come se uno
innestasse un pugnale nella carne, perché, per andare a fondo lentamente, è
necessario un maggiore controllo e di conseguenza forza muscolare più intensa. «[
]
Immaginiamo il camminare lento di una pantera o di una tigre. I muscoli sono in tensione.
Più lenta cammina, più energia usa. Poi, ovviamente, lo scatto è ancora più veloce.
Per arrivare a ciò ci sono degli esercizi, come quelli di un grande atleta(17) [
]
[
] Io penso che, mentre il pianismo debole limita, perché non riesce ad eseguire
comodamente gli autori di tecnica pesante, tipo Prokofev o Bartòk, il pianista di
forza non ha limitazioni perché riesce benissimo anche con autori di carattere più
trasparente, quali Mozart o Scarlatti(18) [
]».
Calligaris non lavora semplicemente sul suono, ma sul movimento che produce quel suono.
Per lui suonare è come graffiare il tasto in ogni nota e carpirne così lessenza;
la mano si contrae, ma il collo, la testa e tutto il corpo rimangono in uno stato di una
rilassatezza totale proprio perché la forza si concentra tutta nelle mani. Egli reputa
questo un meccanismo necessario per evitare che il corpo si sforzi e che possa andare
incontro così a vere e proprie patologie come la scoliosi. «[
] È una
formazione che si acquisisce con gli anni. Io però non ho mai insegnato ai miei allievi
la tecnica, nonostante io sia un maniaco della tecnica. Perché quel tipo di tecnica o la
impari quando sei molto giovane o non puoi farlo successivamente, perché è molto
impegnativa. È tecnica muscolare che devi possedere e basta, ma solo appresa in tenera
età perché è fatta di contrazioni muscolari(19) [
]».
È una tecnica minuziosamente raffinata, capace non solo di creare delle sonorità
percussive e laceranti, ma anche dei delicati effetti dinamici sostenuti da un tocco ricco
ed una qualità di suono particolarmente fine.
2.4. Catalogo delle opere
Musica per strumenti solisti
AVE MARIA op. 8a
per pianoforte (1978) [MK13285]
IL QUADERNO PIANISTICO DI RENZO op. 7
dieci pezzi brevi per pianoforte (1978) [MK46461]
(Preludio - Valzer - Elegia - Barcarola - Carillon Acquario-
Ritmico e ostinato - Gavotte fantastica - Notturno - Finale)
TRE STUDI (n. 20,n. 21, n. 22) dallop. 11
per pianoforte (1979-1980) [MK9644]
PRELUDIO, CORALE, DOPPIA FUGA E FINALE op. 19
per grande organo (1984) [MK8820]
SUITE op. 28
per violoncello solo (1991) [MK11997]
SONATA FANTASIA op. 32
per pianoforte solo (1994) [MK12779]
PRELUDIO, CORALE E FINALE op. 33
per fisarmonica (1994) [MK12846]
AVE VERUM op. 42a
per pianoforte solo (2000) [MK14406]
PRELUDIO E TOCCATA op. 44
per pianoforte solo (2002) [MK14658]
PANIS ANGELICUS op. 47a
per pianoforte solo (2005) [MK16113]
Musica da Camera
TEMA E VARIAZIONI op. 5a
per clarinetto, violoncello e pianoforte (1958 Rev. 1977) [MK13058]
TEMA E VARIAZIONI op. 5b
per violino, violoncello e pianoforte (1958 Rev. 1977) [MK13838]
SONATA op. 9 Omaggio a Robert Schumann
per violoncello e pianoforte (1978) [MK11451]
SCENE COREOGRAFICHE op. 12
per pianoforte a 4 mani o 2 pianoforti (1979) [MK4666]
SUITE CLASSICA op. 15b
per pianoforte e flauto o violino ad libitum (1983) [MK13057]
PARAFRASI DA CONCERTO op. 16
sul valzer dal 1° atto del balletto Il Lago dei Cigni di P.I. Ciaikovskij
per pianoforte a 4 mani (1981) [MK13004]
SUITE DA REQUIEM n. 1 op. 17a
per violino, corno e pianoforte (1983) [MK11855]
PASSACAGLIA op. 18 (da Passacaglia di Bach)
per tre pianoforti (1983) [MK5518]
DUE DANZE CONCERTANTI op. 22 (Guerriera-Ideale)
per due pianoforti (1986) [MK8830]
DUE DANZE CONCERTANTI op. 22a (Guerriera-Ideale)
per pianoforte a 4 mani (1986) [MK12860]
VIVALDIANA op. 23
Divertimento per due pianoforti (1986) [MK13839]
CONCERTO op. 24
per 12 violoncelli (1988) [car22214]
SONATA - FANTASIA op. 31
per tromba e pianoforte (1994) [MK12778]
SONATA - FANTASIA op. 31a
per sassofono contralto e pianoforte (2008) [MK17123]
QUARTETTO n. 1 op. 34 Toccata, Adagio e Fuga
per quartetto di clarinetti (1995) [MK12929]
QUARTETTO n. 2 op. 35 Toccata, Adagio e Fuga
per quartetto darchi (1995) [MK12930]
SONATA op. 38
per clarinetto e pianoforte (1997-1998) [MK13281]
SONATA op. 39 Dedicata a Rodrigo
per viola e pianoforte (1997-1998) [MK13282]
SONATA op. 40
per violino e pianoforte (1997-1998) [MK13283]
SONATA op. 40a
per flauto e pianoforte (2008) [MK13283]
SUITE op. 43
per due pianoforti e quattro timpani (ad libitum) (2002) [car22589]
Musica vocale
AVE MARIA op. 8
per voce e pianoforte (1978) [MK13284]
TRE MADRIGALI op. 13
su versi di Giovan Battista Strozzi, per 3 voci soliste
(o coro da camera, ad libitum) organo e clavicembalo (1979) [MK11385]
B.H.S. op. 20
per due pianoforti e voci femminili (ad libitum) (1984) [MK8822]
AVE VERUM op. 42
per coro misto (o quartetto vocale, ad libitum) e pianoforte (2000) [MK14405]
IL GIORNO Suite per la fanciullezza op. 45
per coro, pianoforte, violino o flauto e percussioni (2003) [MK22615]
PANIS ANGELICUS op. 47
per coro misto (o quartetto vocale, ad libitum) e pianoforte (2005) [MK16112]
PANIS ANGELICUS op. 48
per coro, orchestra e pianoforte obbligato (2008) [car22800]
POEMA op. 49
per soprano o tenore e pianoforte (2008) [MK17468]
Musica sinfonica
CONCERTO op. 25
per orchestra darchi (1989) [car22214]
DANZE SINFONICHE op. 26 Omaggio a Bellini
per grande orchestra (1990) [car22209]
SECONDA SUITE DI DANZE SINFONICHE op. 27
per grande orchestra (1990) [car22220]
CONCERTO op. 29
per pianoforte e orchestra (1992-1993) [car22297]
SCENE COREOGRAFICHE op. 30
per due pianoforti (o pianoforte a 4 mani) e orchestra darchi (1993) [car22345]
TOCCATA, ADAGIO E FUGA op. 36
per orchestra darchi (1996) [car22392]
DOPPIO CONCERTO op. 37
per violino, pianoforte ed orchestra darchi (1996) [car22421]
DOPPIO CONCERTO op. 37a
per flauto, pianoforte ed orchestra darchi (2006) [car22712]
DOPPIO CONCERTO op. 37b
per violoncello, pianoforte ed orchestra darchi (2007) [car22799]
DOPPIO CONCERTO op. 41
per due pianoforti ed orchestra (2000) [car22544]
PANIS ANGELICUS op. 48a
per orchestra e pianoforte obbligato (2008) [car22801]
Antologie Pianistiche
Piano Parnassum Volume 1
Antologia Pianistica (2008) [MK17389]
Studi op. 11, dal 6 al 22
Il Quaderno Pianistico di Renzo op. 7
Sonata - Fantasia op. 32
Piano Parnassum Volume 2
Antologia Pianistica (2008) [MK17463]
Preludio e Toccata op. 44
Ave Maria op. 8a
Ave Verum Op. 42a
Panis Angelicus op. 47a
NOTE:
(1) http://calligaris.carisch.it/scalit/bioit.htm
(2) GIULIO CANCELLIERE, In redazione con
Sergio Calligaris, Alta Fedeltà Digitale,
Anno 43, Milano, Edisport Editoriale S.p.A., novembre 2000, p. 176
(3) GIOVANNI ACCIAI, Intervista a Sergio Calligaris, La cartellina, Anno XXIV- N.130,
Milano, Edizioni Musicali Europee, novembre 2000, p. 62
(4) FRANCO CAMPEGIANI, Musica e letteratura, intervista con Sergio Calligaris, Franco
Campegiani conversa con il brillante e noto musicista di livello internazionale,
terzapagina, Sovera, ottobre 2004, p. 34
(5) GREGORIO NARDI, Sergio Calligaris:Un colloquio con il compositore argentino, CD
Classica, Anno 9 N. 85, Firenze, City Magazine, settembre 1995, p. 16
(6) ROSANNA DAGOSTINO, La magia di Calligaris, La provincia cosentina, Cosenza,
novembre 2000
(7) SERGIO CALLIGARIS, voce in The Bakers Biographical Dictionary of Musicians, New
York, G. Schirmer, 199
(8) DANILO PREFUMO, Sergio Calligaris, il pianista-compositore ci parla delle sue
composizioni, CD classica, Anno 13- N.123, Firenze, City Magazine, maggio 1999, p. 18
(9) ALESSANDRO ZIGNANI, Sergio Calligaris : La tradizione come audacia, Musica N.125,
Varese, Zecchini, aprile 2001, p. 58
(10) ANTONIO RANALLI, Variazioni sul tema di Sergio Calligaris, Musicalnew.com, maggio
2002
(11) http://calligaris.carisch.it/scalit/piait.htm
(12) GREGORIO NARDI, Sergio Calligaris: un colloquio con il compositore argentino, CD
Classica, Anno 9 - N. 85, Firenze, City Magazine, settembre 1995, p. 16
(13) PAOLO DE BERNARDIN, Sergio Calligaris, la logica della forma, inarCASSA, Anno 31
N. 4, Maggioli, ottobre/dicembre 2003, p. 86
(14) Theodor Leschetizky (Lancut, 22 giugno 1830 Dresda, 4 novembre 1915) fu
un noto pianista, compositore ed insegnante di pianoforte polacco, allievo di Carl Czerny
e fondatore nel 1878 di una delle più importanti scuole private di musica. Fra i tanti
suoi allievi provenienti da ogni parte del mondo, ricordiamo: Annette Essipova, Ignaz Jan
Paderewski, Ossip Gabrilowitsch, Ignaz Friedman e Artur Schnabel.
(15) Leopold Stokowski (Londra, 18 aprile 1882 Nether Wallop, 13 settembre
1977) fu un celebre direttore dorchestra statunitense di origini polacche. Dal 1912
al 1936 coprì la carica di direttore stabile di una delle più antiche e prestigiose
compagini orchestrali americane, lOrchestra di Philadelphia. A capo di
questultima diresse le musiche del film Fantasia di Walt Disney,
che gli valsero una grande notorietà anche tra un pubblico generalmente lontano dalla
musica classica.
(16) Ibidem
(17) PAOLO DE BERNARDIN, Sergio Calligaris, la logica della forma, inarCASSA, Anno 31
N. 4, Maggioli, ottobre/dicembre 2003, p. 86
(18) Ibidem
(19) FRANCO CAMPEGIANI, Musica e letteratura, intervista con Sergio Calligaris, Franco
Campegiani conversa con il brillante e noto musicista di livello internazionale,
terzapagina, Sovera, ottobre 2004, p. 34