Sergio Calligaris: Pianista e Compositore
Tesi
Ritorno alla versione grafica

 

Studi sul musicista

Patrizia Valente
Il Quaderno Pianistico di Renzo Op.7:
Aspetti metodologico-didattici
di un'opera del Novecento musicale italiano

3. IL QUADERNO PIANISTICO DI RENZO OP. 7

3.5. Selezione di brani per la classe III

Giungo adesso a presentare gli ultimi due brani che reputo adatti per il percorso formativo dei ragazzi della classe III: il Carillon e la Gavotte Fantastica.

Il Carillon (Presto) è un brano dalle sonorità brillanti, vivaci e cristalline che, come l’Acquario, ha l’intento descrittivo.
Sappiamo che il linguaggio musicale è in grado di esprimere una precisa situazione emotiva, se non addirittura rappresentare un oggetto specifico o suggerire delle immagini. Qui l’autore cerca di descrivere, attraverso i suoni del pianoforte, uno strumento capace di generare a sua volta dei suoni. L’allievo cercherà di mimare l’effetto sonoro metallico prodotto da un funzionamento meccanico, completamente automatico, la cui durata dipende dalla carica di una molla.
L’uso di note alterate, eseguite solo sui tasti neri dalla mano destra nel registro acuto della tastiera, e dell’ostinato che si evince dalla scrittura affidata alla mano sinistra, contribuisce all’esecuzione di una giusta interpretazione (Fig. 1).

Figura 1. Primo rigo del Carillon
Figura 1. Primo rigo del Carillon

E’ previsto il raggiungimento della velocità indicata, di 144 la semiminima (Fig. 1), che comporterà uno studio accurato in merito all’acquisizione di forza ed agilità delle dita. Non sarà necessario per questo un estenuante esercizio muscolare, che porterebbe solamente a rinforzare tutti quegli atteggiamenti di rigidezza, causa talune volte di processi infiammatori dolorosi e quindi di pregiudizievoli conseguenze per il decorso della formazione pianistica dell’allievo. Sarà invece opportuno che il discente venga educato all’acquisizione dell’appoggio, inteso come atteggiamento di rilassamento o di caduta del braccio, che non debba però pregiudicare il libero movimento delle articolazioni coinvolte, facendo erroneamente uso di un peso inadeguato o eccessivo. Mi riferisco ad un tipo di rilassamento di vigile riposo, che rappresenta la condizione essenziale per la preparazione del successivo rapidissimo lancio del dito. Più semplicemente si tratta di far diventare la meccanica dello strumento, non un impedimento alla libera espressione, ma un prolungamento del nostro corpo, che consenta una totale capacità di esprimere le nostre intenzioni musicali.
L’autore lascia all’esecutore la libertà di scegliere la prassi interpretativa più idonea all’espressione della propria sensibilità musicale, proponendo all’inizio del pezzo due diverse esecuzioni: una più “brillante” (f) e l’altra più “delicata” (pp), (Fig. 1). In entrambi i casi, un’ampia azione del dito non sarà adatta ad una simile successione rapida di suoni, poiché il movimento ampio richiede più tempo per muovere il dito, alzarlo ed abbassarlo. E’ essenziale invece la presa del tasto da vicino, con le punte delle dita arcuate, mantenendo la mano nella sua posizione più rilassata.
Per quanto riguarda invece la scrittura inerente all’esecuzione della mano sinistra (in alcuni casi anche a quella della mano destra), lo studente potrà eseguire lo “staccato” con un movimento leggero e rapido che dovrà tendere verso il palmo della mano. Sarà necessaria la giusta aderenza alla tastiera e la forza concentrata nelle falangette, che devono avere un’autonomia tale da controllare l’attacco del tasto (Fig. 1).
Calligaris propone il contrasto che si crea tra il “mezzoforte” ed il “piano” (effetto d’eco), presente nell’esposizione di una nuova cellula tematica (Fig. 2) ed ottenuto per mezzo dell’ausilio del pedale del “piano” (1C.).

Figura 2. Quarto rigo del Carillon
Figura 2. Quarto rigo del Carillon

Nella parte finale del brano troviamo diversi segni di dinamica e d’agonica (Fig. 3) che hanno l’intento di far confluire la linea melodica verso la conclusione, simulando l’arresto, non repentino ma graduale, dello strumento meccanico.

Figura 3. Quinto e sesto rigo del Carillon
Figura 3. Quinto e sesto rigo del Carillon

Il pedale di “risonanza”, usato di continuo sino alla fine, sarà invece necessario per ricreare quella atmosfera surreale, magica e poetica che caratterizza la musica incantata di un carillon.
Calligaris scrive la Gavotte Fantastica (Moderato) ispirandosi alla nota danza francese seicentesca, caratterizzata da un’eleganza tipicamente compassata e pensosa, e rivisitandola in chiave moderna con uno stile tutto personale.
Possiamo individuare in questo brano cinque sezioni:

- una breve introduzione, eseguita solo dalla mano sinistra, che presenta l’alternanza di note staccate (le quali procedono per toni e semitoni ascendenti) e di accordi uguali;
- una prima parte in cui l’autore presenta la linea tematica affidata alla mano destra;
- una parte centrale che propone una nuova idea melodica che differisce da quella precedente per quanto riguarda la scrittura ed il suo diverso significato;
- la ripresa del tema iniziale;
- una codina finale.

La presenza degli “accordi” stimolerà il discente ad imparare la corretta modalità di esecuzione : la mano dovrà affondare nei tasti invece di percuoterli dall’alto, altrimenti il suono risulterà sgradevole; l’accordo verrà eseguito con le dita preparate all’attacco del tasto e, per non sentire fatica, sarà necessario rilassare il polso subito dopo aver suonato (Fig. 4).

Figura 4. Primo rigo della Gavotte Fantastica
Figura 4. Primo rigo della Gavotte Fantastica

Notiamo che alcuni accordi staccati sono anche “accentati” e di conseguenza dovranno risultare più evidenti all'ascolto; basterà metterli in maggiore rilievo rispetto alle altre figure, come facciamo per le sillabe delle parole accentate nel parlato (Fig. 5).

Figura 5. Terzo rigo della Gavotte Fantastica
Figura 5. Terzo rigo della Gavotte Fantastica

Per quanto riguarda le “note staccate” disposte sotto la legatura, l’allievo dovrà eseguirle separate l’una dall’altra con un movimento agile, elastico e contenuto del polso. Si creerà così quella sonorità dolce e delicatissima, desiderata dall’autore (Fig. 6).

Figura 6. Quinto rigo della Gavotte Fantastica
Figura 6. Quinto rigo della Gavotte Fantastica

Ci troviamo di fronte ad un brano che presenta anche delle evidenti difficoltà interpretative, dovute soprattutto alla continua variazione sul parametro ritmico, segnalata da indicazioni d’agonica come: rit./ poco rit./ rit. assai/ a tempo.
L’esecuzione delle numerose “forcelle” (del crescendo e del diminuendo) utilizzate dall’autore, contribuirà allo sviluppo della musicalità dell’alunno, che, con il tocco adeguato, riuscirà a creare tutte le sfumature necessarie.
Il pedale di “risonanza” verrà usato, secondo il volere del compositore, soltanto per quelle battute in cui la scrittura ci propone una linea melodica espressiva (Fig. 5).
Nella penultima battuta abbiamo un “glissando” che lo studente eseguirà facendo scivolare la mano sulla tastiera, tenendola alzata in posizione verticale, con il palmo rivolto verso sinistra, lievemente inclinata verso destra e con il polso bloccato (Fig. 7). Tutte le note comprese tra quelle estreme, indicate sullo spartito, saranno eseguite in rapida successione sui tasti bianchi, con un movimento deciso ed agile dell’avambraccio. Il peso troverà appoggio sulla parte esterna del dito, più precisamente sull’unghia.

Figura 7. Ultimo rigo della Gavotte Fantastica
Figura 7. Ultimo rigo della Gavotte Fantastica

Il discente eseguirà due volte la prima parte (Fig. 8), dove troviamo l’esposizione del tema iniziale, e la parte centrale (Fig. 9) perché, dopo aver individuato la presenza dei due ritornelli, dovrà rendere pratica la regola teorica inerente alla figurazione.

Figura 8. Quarto rigo della Gavotte Fantastica
Figura 8. Quarto rigo della Gavotte Fantastica

Figura 9. Sesto rigo della Gavotte Fantastica
Figura 9. Sesto rigo della Gavotte Fantastica

Quanto all’ultimo accordo del brano, è consigliabile che l’alunno esegua il “MI”, scritto nel pentagramma in chiave di basso, con la mano destra, integrandolo all’accordo già presente nel pentagramma in chiave di violino (Fig. 7). Sarà opportuno fare questo spostamento per evitare alla mano sinistra l’estensione di un intervallo di decima e dare la possibilità all’esecutore di dosare con più facilità la sonorità del “pp” desiderata.
Non dimentichiamo che l’interpretazione del pezzo richiederà un coinvolgimento totale da parte dello studente per intraprendere un viaggio tra sogno e realtà, capace di creare un’atmosfera fantastica, magica e surreale.

PrecedenteInizioSeguente

Inizio  Valid HTML 4.0 & CSS!  Bobby Approved

A cura di Renzo Trabucco: Pagina aggiornata al 02/06/2009
Materiali©Carisch s.r.l.